La storia dell'arrampicata

Negli anni Cinquanta fu lo statunitense John Gill a porre le basi della nuova disciplina sportiva introducendo alcune tecniche fondamentali per l’arrampicata libera e l’utilizzo della magnesite per favorire la presa. Dagli Stati Uniti la nuova disciplina sportiva si sviluppò ben presto in Canada e poi in Europa.
Nata sulle rocce naturali ma non necessitando di grandi pareti di montagna, ha trovato spazi adeguati sulle numerose falesie spesso trascurate dagli alpinisti.
La prima competizione internazionale si svolse in Italia, a Bardonecchia nel 1985.

L’obbiettivo è il superamento di percorsi su roccia senza l’ausilio di alcun mezzo artificiale: le protezioni in parete e la corda vengono utilizzati esclusivamente per proteggere l’arrampicatore in caso di caduta.
L’etica di base è vincere la parete “by fair means”, cioé “con mezzi leali”.
Non si mira alla conquista della vetta come nell’alpinismo che ne accetta i relativi fattori di rischio, ma, eliminata ogni componente di pericolo, ci si dedica ad un’affascinante ed atletica danza verticale.
Gli appassionati di arrampicata rinunciano, quindi, alla componente eroica tipica dell’alpinista, ma indossano, in compenso, orgogliosi ed entusiasti la divisa dell’atleta moderno, appassionato sportivo, leale e con spirito agonistico.